MOVIMENTI FUNZIONALI
CrossFit, una parola che a chi deve ancora iniziare appare enigmatica. L’allenamento cambia ogni giorno, i principianti cominciano a parlare con una “strana” terminologia e cambiano le loro abitudini, che possono sembrare strane a prima vista.
Nonostante ciò, CrossFit è sempre stato semplice, sia nell’approccio filosofico che nella definizione: movimenti funzionali, costantemente variati, eseguiti ad alta intensità. Ci sono molte caratteristiche dei movimenti funzionali che gli atleti e gli istruttori di CrossFit possono usare per discernere i movimenti funzionali da quelli non funzionali. Ad esempio, i movimenti funzionali sono “naturali”, il che significa che non sono schemi motori che possono essere utilizzati solo in palestra. Questi movimenti si ritrovano ovunque nella vita quotidiana e scaturiscono continuamente ed involontariamente come risposta agli stimoli esterni. Ad esempio, alzarsi da una sedia richiede uno squat a corpo libero; raccogliere del cibo da terra, un deadlift; mettere una cassa d’acqua sul tavolo, un clean; posare degli oggetti su una mensola alta, un press.
Allo stesso modo consideriamo anche i movimenti funzionali “essenziali”. Questi sono i movimenti che la vita richiede, che li pratichiamo o no, e che li rende essenziali per una vita autosufficiente. Quando perdiamo la capacità di eseguirli perdiamo anche la capacità di vivere in modo indipendente. Esercitandoci con questi movimenti vogliamo tenere noi ed i nostri cari lontani dalla casa di riposo.
Per CrossFit la caratteristica più significativa ed importante dei movimenti funzionali è che sono in grado di spostare grandi carichi, per lunghe distanze, velocemente. Ci sono in gioco tre variabili, forza, distanza e tempo e vengono utilizzate per calcolare la potenza media.
POTENZA ED INTENSITÀ
In breve, i movimenti funzionali sono quelli in grado di produrre una potenza elevata rispetto alle loro controparti non funzionali. Per esempio, se prendiamo in considerazione lo squat a corpo libero e valutiamo la distanza percorsa (spostamento verticale), il carico (peso dell’atleta) e la durata dello sforzo, questo produce una potenza maggiore rispetto a qualsiasi esercizio di isolamento della palestra “tradizionale”. Inoltre è possibile misurare questa potenza. Possiamo quindi assegnare un “numero” a questo sforzo e tracciarlo, così come i miglioramenti reali (piuttosto che percepiti), o la loro mancanza, nel tempo. La potenza si riferisce anche all’intensità.
Spesso ci viene chiesto: ”se CrossFit da la priorità ai movimenti che generano una grande potenza, perché ne incorporiamo anche altri?” La cartina tornasole per questi movimenti è la loro trasferibilità alla capacità funzionale. Molto spesso è possibile accorgersene nei movimenti di ginnastica. Ad esempio l’L-Sit non genera potenza, ma il controllo del proprio corpo insieme alla forza del core, svilupperà una delle caratteristiche principali dei movimenti funzionali, la capacità di stabilizzare il tronco.
L’aspetto chiave è che la programmazione CrossFit dovrebbe essere sbilanciata su movimenti che generano una grande potenza, senza evitare dogmaticamente altri movimenti compresi nei livelli base della gerarchia di sviluppo di un atleta, in particolare tutti i movimenti di ginnastica che richiedono e sviluppano grande forza e controllo del corpo.
Per CrossFit la potenza equivale all’intensità. Questo è molto importante perché così è possibile avere dati misurabili, osservabili e ripetibili come risultato degli allenamenti, calcolando l’intensità. Considerando i carichi utilizzati, e le distanze percorse, più il lavoro sarà completato velocemente, più intenso sarà lo sforzo. Questo è importante perché l’intensità è la variabile indipendente più comunemente associata alla massimizzazione dell’adattamento agli allenamenti, e quindi ai risultati. Se vuoi aumentare la massa muscolare, ridurre il grasso corporeo, apparire meglio, lavorare meglio, dormire meglio, giocare meglio, l’intensità ti porterà lì.
Per quanto l’intensità sia importante, è ancora più importante comprenderne l’applicazione. Il livello di intensità a cui una persona lavora deve essere appropriato rispetto alle propria tolleranza fisica e mentale. Cioè, l’intensità a cui qualcuno dovrebbe lavorare è sempre e solo relativa a quell’individuo. Che si tratti di un principiante o di un atleta d’élite, l’importante per ottenere il massimo dei risultati è lavorare vicino al limite più alto di intensità tollerabile. Se l’intensità relativa aumenta nel tempo ed in allenamenti diversi, ne consegue che il praticante sta diventando più in forma.
OBIETTIVO DEL CROSSFIT
L’obiettivo di CrossFit è quello di creare un programma di fitness ampio, generale e comprensivo. Un programma per preparare i praticanti ad ogni eventualità fisica, sia al previsto che all’imprevisto, al conosciuto e all’ignoto. Non vogliamo che tu sia bravo in palestra o in un compito fisico preciso, vogliamo che tu sia bravo nella vita, nello sport, in qualsiasi momento, per qualsiasi durata, in ogni ambiente. È un obiettivo che richiede varianza ed è per questo che gli allenamenti sono molto vari, mai uguali nel breve periodo. Se non ci allenassimo per variare il maggior numero possibile di fattori, spesso, ci troveremmo inadeguati di fronte alle sfide della vita. Per molti, il vantaggio di una forma fisica più ampia, generale ed inclusiva è una maggiore qualità della vita: diventare un genitore più capace di stare al passo con i figli, un atleta più adatto ad affrontare molteplici sfide fisiche, una persona anziana che migliora la propria indipendenza.
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Courtesy of crossfit.com